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Indossare l’abbigliamento da lavoro più adeguato rispetto alla propria professione, ha un ruolo fondamentale affinché il lavoratore possa svolgere le proprie mansioni nel modo più sicuro possibile.
A questo proposito, infatti, la Legge, rende obbligatori i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), cioè tutte quelle attrezzature, complementi e accessori che il lavoratore deve indossare per essere protetto da possibili rischi durante lo svolgimento del suo lavoro.
I Dispositivi di Protezione Individuale si dividono in quelli:
- di prima categoria, per esposizione minima al rischio di danni;
- di seconda categoria, per esposizione a rischi significativi
- di terza categoria, per esposizione a danni gravi o permanenti.
Andando a considerare i diversi rischi che possono presentarsi sul luogo di lavoro, esistono specifici tipi di Dispositivi di Protezione Individuale, che si declinano principalmente in:
· I Dispositivi per la protezione del capo, necessari in caso di rischio di caduta di materiali dall’alto e di urti, per esempio in luoghi come i cantieri. Tra i Dispositivi per la protezione del capo abbiamo gli elmetti e i copricapo;
· Dispositivi per la protezione degli arti superiori, come i guanti, necessari per proteggere il lavoratore dal rischio di forature, tagli, abrasioni ed elettricità;
· Dispositivi per la protezione degli arti inferiori: cioè le scarpe e gli stivali antinfortunistici, per proteggere i piedi dei lavoratori dalla caduta di oggetti, da superfici scivolose, dall’elettricità o dalla possibilità di calpestare oggetti appuntiti;
· Dispositivi per la protezione dell’udito, come le cuffie antirumore e i tappi;
· Dispositivi per la protezione della vista, di cui fanno parte gli occhiali protettivi, le maschere e le visiere da lavoro.
Quindi, gli occhiali protettivi da lavoro sono un Dispositivo di Protezione Individuale che rientra nella protezione degli occhi. Sono obbligatori per Legge per tutta una serie di lavori come la saldatura, la tranciatura, la scalpellatura, la frantumazione di schegge, la sabbiatura ma anche quando si manipolano prodotti corrosivi, o acidi.
Gli occhiali protettivi da lavoro, inoltre, proteggono dai danni che possono essere causati dai raggi infrarossi e dai raggi UV.
Essendo l’occhio un organo molto fragile è importantissimo proteggerlo dai rischi che possono declinarsi come semplici irritazioni, fino alla perdita totale della vista; essendo l’entità del rischio così ampia, ogni tipo di lavoro dovrà avere il suo specifico occhiale antinfortunistico.
La Normativa per gli occhiali protettivi da lavoro
A disciplinare l’impiego degli occhiali antinfortunistici è la Norma Europea UNI EN 166:2004, che riporta tutti i requisiti funzionali, la classificazione e la marcatura degli occhiali protettivi da lavoro.
Nello specifico, le Norme sono:
- EN 169 che fa riferimento ai filtri per processi di saldatura e affini
- EN 170 che fa riferimento ai filtri ultravioletti (UV)
- EN 171 che fa riferimento i filtri per infrarossi (IR)
- EN 172 che fa riferimento ai filtri di protezione solare per uso industriale
I rischi individuati dalla legge si riferiscono a:
- rischi meccanici, cioè quelli provocati da particelle metalliche, da polveri, da sabbia, da detriti e da trucioli;
- rischi chimici, cioè quelli provocati da gas, acidi, soluzioni chimiche, aerosol liquidi, vapori e fumi;
- rischi da radiazioni, cioè quelli provocati da raggi UV, da raggi infrarossi, da laser e da luce viva;
- rischi elettrici, cioè quelli provocati dall’arco elettrico risultante da un corto circuito;
- rischi termici, cioè quelli provocati da metalli fusi, fiamme, liquidi caldi in generale, ma anche dal freddo.
Oltre ad individuare i rischi per gli occhi, la Normativa EN 166:2004, stabilisce anche la marcatura che deve essere presente sulla montatura e sulle lenti degli occhiali protettivi da lavoro, indicata con diverse sigle.
Le sigle che possiamo trovare sugli occhiali protettivi da lavoro sono:
- la marcatura CE, che indica il rispetto delle pratiche produttive indicate all’interno della Normativa Europea;
- il numero di scala, che indica la scala di protezione delle lenti. E’ composto da due cifre, la prima che identifica il tipo di filtro di protezione e la seconda, invece, che identifica il numero di gradazione. Nello specifico, il numero di gradazione può essere: 2 riferito ai raggi ultravioletti, 3 riferito ai raggi ultravioletti senza alterazione di colori, 4 riferito ai raggi infrarossi, 5 riferito ai raggi solari e 6, riferito ai raggi solari ed infrarossi;
- la classe ottica, che indica il potere rifrattivo della lente ed è identificato con un numero da 1 a 3, in base al tempo di utilizzo, dove il 3 indica la possibilità di un impiego di breve periodo;
- la sigla del produttore;
- il campo di impiego, identificato con numero che si riferisce a sostanze specifiche, quali: 3 per liquidi, spruzzi e gocce, 4 per particelle di polvere grossa, 5 per polveri sottili e gas, 8 per l’arco elettrico e 9 per solidi caldi e per il metallo fuso;
- la resistenza agli urti, che è indicata da 4 categorie: la S indica una resistenza alla robustezza incrementata (12 m/s), la F indica la resistenza all’urto a bassa energia (45 m/s), la B, indice una resistenza all’urto a media energia (120 m/s) e la A che indica invece una resistenza all’urto ad alta energia (190 m/s). Queste lettere possono essere seguite dalla T, che indica una resistenza anche all’urto che avviene in condizioni estreme, come a temperature particolarmente rigide, sia in positivo che in negativo;
- i requisiti specifici, indicati dalle lettere K, per la resistenza al deterioramento provocato da particelle sottili e la N che identifica, invece, la resistenza dell’occhiale all’appannamento.
Le tipologie di occhiali protettivi da lavoro
Esistono in commerci quattro tipologie di occhiali protettivi da lavoro:
- gli occhiali a stanghetta con montatura, costituiti da ripari laterali e, spesso, fessure per l’areazione. Questa tipologia di occhiali antinfortunistici deve permettere una perfetta aderenza al volto e resistere alle alte temperature, e sarà perciò costruita con materiali non infiammabili;
- gli occhiali a maschera, composti da un elastico che permette una perfetta aderenza al viso;
- le visiere fissate al casco, che riparano da schegge, scintille, sostanze chimiche e schizzi, ma che non garantiscono un riparo laterale.
- gli schermi a mano che, oltre agli occhi, riparano anche il viso e il collo, grazie a lastre filtranti, che possono anche essere inserite internamente per fornire una ulteriore protezione dalle scariche elettriche.
Le lenti degli occhiali protettivi da lavoro sono realizzate in:
- policarbonato, adatto principalmente per i lavori di saldatura, meccanici ed elettrici. E’ un materiale molto leggero ma allo stesso tempo resistente agli urti e ai raggi UV. Il suo limite è che è facile da graffiare;
- acetato, adatto soprattutto per i lavori chimici, è molto resistente ai graffi e alle abrasioni. Il suo limite è che risulta più pesante rispetto al policarbonato.
Le lenti degli occhiali antinfortunistici sono vendute anche con la correzione per la miopia e l’astigmatismo; infatti, è importante preferire l’utilizzo di lenti corrette interne all’occhiale protettivo, piuttosto delle lenti a contatto, che non dovrebbero mai essere utilizzate senza occhiali protettivi.
Come scegliere il giusto occhiale protettivo da lavoro
Dopo aver visto le Normative che disciplinano gli occhiali protettivi da lavoro e le varie tipologie, andiamo a considerare quali sono gli elementi che si devono prendere in considerazione quando si acquistano gli occhiali antinfortunistici.
Gli occhiali protettivi da lavoro dovranno essere:
- Robusti;
- Comodi;
- Resistenti agli urti, all’abrasione, alla corrosione;
- Anti-appannamento;
- Regolabili in lunghezza;
- Atossici;
- Esenti da effetti di distorsione dell’immagine, da irregolarità e bolle.
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