Guida ai guanti termici antifreddo e anticalore

guanti antinfortunistici rappresentano uno dei più importanti Dispositivi di Protezione Individuale nel mondo del lavoro, poiché le mani sono certamente tra le parti del corpo più utilizzate ed esposte a rischi, in molti settori lavorativi.

 

In commercio esistono molteplici tipologie di guanti antinfortunistici, progettate per proteggere i lavoratori in relazione alla mansione che svolgono e al tipo di rischio al quale sono esposti. Tutte le tipologie di guanti antinfortunistici rispondono ai requisiti e caratteristiche imposti dalle Normative Europee di riferimento, in materia di Dispositivi di Protezione Individuale.

 

In questo articolo andremo ad analizzare la tipologia di guanti antinfortunistici termici, cioè quelli che hanno il compito di proteggere le mani del lavoratore da temperature troppo basse e/o troppo alte.

 

I guanti termici antifreddo

 

guanti antifreddo sono necessari per tutti coloro i quali si trovano a lavorare in ambienti di lavoro in cui la temperatura è particolarmente bassa: è questo il caso di chi svolge attività all’aperto durante la stagione fredda, o chi lavora all’interno di celle frigorifere.

 

Quando si è esposti al freddo, le arterie e le vene presenti sulle dita delle mani, si restringono, facendo loro assumere il classico colore bianco/blu: questa reazione del nostro corpo provoca nelle mani ipersensibilità, dolore e riduzione del movimento, e, di conseguenza, l’impossibilità di svolgere il proprio lavoro.

 

Si comprende, quindi, quanto sia fondamentale proteggere le nostre mani dal freddo e lasciare loro, al contempo, la possibilità di muoversi con la massima libertà per uno svolgimento senza intralci della nostra mansione.

 

La Normativa alla quale fanno riferimento i guanti termici antifreddo è la EN 511:2006. Questa Norma va ad individuare 3 livelli di protezione che il guanto deve garantire contro il freddo, indicandoli con un pittogramma e 3 numeri che si riferiscono rispettivamente alla:

 

1.     Resistenza al freddo convettivo (livello di prestazione 0-4). Questo primo numero si riferisce alla protezione del guanto antifreddo dal freddo convettivo, cioè alla sua capacità di garantire l’isolamento termico. La scala di valori di protezione va dallo 0 al 4, dove il 4 indica la massima garanzia di isolamento termico;

2.     Resistenza al freddo da contatto (livello di prestazione 0-4). Il secondo numero presente dopo il pittogramma, si riferisce alla protezione che il guanto antifreddo garantisce rispetto al freddo da contatto: ciò va ad intendere la resistenza del guanto alla trasmissione del freddo nel momento in cui si sta a contatto, per periodi di tempo prolungati, con qualcosa di molto freddo. Anche in questo caso, la scala di valori associabili va da 0 a 4, dove 0 indica valore nullo e 4 il massimo livello di protezione dal freddo da contatto;

3.     Penetrazione dell’acqua, cioè l’impermeabilità (0 o 1). Questo terzo e ultimo valore va ad indicare con il valore 0 la penetrazione dell’acqua dopo 5 minuti e con il valore 1 nessuna penetrazione all’acqua dopo 5 minuti. Ovviamente l’impermeabilità è una caratteristica fondamentale poiché, l’eventuale passaggio dell’acqua all’interno del guanto potrebbe fargli perdere le sue capacità di riparo dal freddo.

 

Se sotto al pittogramma EN 511 non è presente alcun numero ma è indicata una X, questa andrà a significare che il guanto non è stato sottoposto a test specifici, oppure che la funzione o il materiale del guanto non sono appropriati ai test svolti.

 

I guanti termici anticalore

 

Come i guanti antifreddo, anche i guanti anticalore sono fondamentali per i lavoratori. Infatti, se svolgiamo un lavoro che ci espone al contatto con materiali caldi, avere una protezione adeguata diventa importantissimo per salvaguardare la nostra salute.

In ambienti lavorativi dove si è esposti al caldo estremo, le ustioni e tutte le altre conseguenze legate a questo, possono essere un forte rischio per la nostra salute; dunque, avere un guanto che ci garantisca la giusta protezione sarà un grandissimo alleato per permetterci di svolgere il nostro lavoro con tranquillità e in sicurezza.

 

La scelta del giusto guanto anticalore, adatto al lavoro specifico che svolgiamo, è di primaria importanza e per questo si deve conoscere la Normativa in merito, cioè la EN 407, che stabilisce lo standard europeo di tutti i guanti venduti come Dispositivi di Protezione Individuale contro i rischi termici.

 

Come per i guanti antifreddo, anche i guanti anticaldo vedono riportato, sul dorso del guanto, un pittogramma – indicato da una fiamma - seguito da 6 cifre: le sei cifre stanno ad indicare il livello che  il guanto ha raggiunto nei sei test stabiliti per i rischi termici. Tutti i test vengono classificati in base a una scala di valori a 0 a 4, dove zero indica che non sono stati superati i test e 4 indica la massima resistenza del guanto.

Anche in questo caso è possibile trovare la lettera X, che sta ad indicare che il guanto non è stato sottoposto ai test, in quanto potrebbe essere stato realizzato per settori che non richiedono protezione verso uno specifico pericolo.

 

I sei test che il guanto antitermico deve indicare e superare, così come stabilito dalla norma EN 407, sono:

 

1.     la resistenza all’infiammabilità. Attraverso questo test, si va a misurare quanto il guanto è resistente rispetto alla combustione: per farlo, ci si va a basare su quanto è il tempo che vede il guanto continuare a bruciare, dopo essere stato rimosso dalla fonte di accensione. Quello che valuta, nello specifico, è dunque il livello di post combustione e di post incandescenza del guanto che può essere:

-       livello 1 la post combustione dura meno di 20 secondi e la post incandescenza infinito;

-       livello 2 la post combustione dura meno di 10 secondi, mentre la post incandescenza dura meno di 120 secondi;

-       livello 3 la post combustione dura meno di 3 secondi, mentre la post incandescenza dura meno di 25 secondi;

-       livello 4 la post combustione dura meno di 2 secondi, mentre la post incandescenza dura meno di 5 secondi.

2.     la resistenza al calore da contatto. Attraverso questo test, si va a misurare la resistenza al calore da contatto sull’intervallo di temperatura 100°C-500°C, in cui il lavoratore deve avvertire almeno per 15 secondi il dolore. Questo test è direttamente collegato a quello dell’infiammabilità, poiché il guanto raggiunge un determinato livello di resistenza al calore dal contatto, solo se ha raggiunto lo stesso livello sulla resistenza all’infiammabilità. La resistenza verrà misurata con questo test di temperatura dopo 15 secondi con i livelli:

-       livello 1, per 100°C;

-       livello 2, per 250°C;

-       livello 3, per 350°C;

-       livello 4, per 500°C.

3.     la resistenza al calore convettivo. Attraverso questo test, si va a misurare la capacità del guanto di garantire il ritardo del trasferimento di calore dalla fiamma. Si misura utilizzando un macchinario che emette un flusso di calore, andando a misurare quanto tempo impiega il guanto per salire di 24°C. Si procederà ad effettuare questo test solo se il guanto ha già raggiunto livello 3 o 4 nel primo test, cioè quello sull’infiammabilità. La resistenza al calore convettivo sarà quindi misurata nei livelli:

-       livello 1 meno di 4 secondi;

-       livello 2 meno di 7 secondi;

-       livello 3 meno di 10 secondi;

-       livello 4 meno di 18 secondi;

4.     la resistenza al calore radiante. Attraverso questo test, si va a misurare la capacità del guanto di ritardare il trasferimento di calore verso la mano, nel momento in cui è esposto a una fonte di calore radiante. Viene anche in questo caso utilizzato un macchinario che permette di esporre il guanto al calore radiante alla potenza di 80Kw/M2 e, di conseguenza, di misurare quanto il guanto impiega per salire di temperatura di 24°C. Come per la resistenza al calore convettivo, anche in questo caso il test si svolgerà solo se il guanto ha ottenuto almeno un livello 3 di resistenza all’infiammabilità. La resistenza al calore radiante sarà quindi misurata nei livelli:

-       livello 1 più di 7 secondi;

-       livello 2 più di 20 secondi;

-       livello 3 più di 50 secondi;

-       livello 4 più di 95 secondi.

5.     la resistenza a piccoli schizzi di metallo fuso. Attraverso questo test, si va a misurare la resistenza che il guanto ha verso piccoli schizzi di metallo fuso, andando a stabilire quante gocce di metallo fuso sono necessarie perché il guanto si riscaldi, aumentando la temperatura di 40°C. Anche in questo caso, il test si applica solo se il guanto ha raggiunto il terzo livello di resistenza all’infiammabilità. La resistenza a piccoli schizzi di metallo fuso si misura nei livelli:

-       livello 1 più di 10 secondi;

-       livello 2 più di 15 secondi;

-       livello 3 più di 25 secondi;

-       livello 4 più di 35 secondi.

6.     la resistenza a grandi schizzi di metallo fuso. Attraverso questo test, si va a misurare la resistenza che il guanto dimostra verso grandi quantitativi di schizzi di metallo fuso. Andrà dunque a determinare il peso di metallo fuso che si rende necessario per dorare o levigare un foglio PVC che simula la pelle della mano, posto sotto al campione di guanto. Il test non viene superato se le goccioline di metallo fuso si attaccano e rimangono attaccate al materiale del guanto o se questo si infiamma. La resistenza a grandi schizzi di metallo fuso si misura nei livelli:

-       livello 1 30 gr;

-       livello 2 60 gr;

-       livello 3 120 gr;

-       livello 4 200 gr.

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