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Quando si effettua una mansione lavorativa che ci pone in presenza di una fonte di energia elettrica, qualsiasi sia la sua natura, si è esposti ad un rischio che mette in serio pericolo la salute, il cosiddetto rischio elettrico.
Ci concentreremo, in questo articolo, su cosa si intende per rischio elettrico, andando ad approfondire la definizione e l’impianto Normativo che a disciplina la sicurezza sul posto di lavoro rispetto a questo rischio.
Rischio elettrico: definizione
All’interno de “Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro” troviamo una definizione di rischio elettrico come quel rischio che deriva:
“dal contatto diretto o indiretto con una parte attiva e non protetta di un impianto elettrico, così come il rischio d'incendio o esplosione derivanti dal pessimo stato di manutenzione o dall'imperizia nell'impiego di impianti e strumentazione."
Possiamo quindi dire che al rischio elettrico sono potenzialmente esposti tutti i soggetti inquadrabili come “operatori elettrici”.
Degli operatori elettrici fanno parte:
· gli elettricisti;
· gli impiantisti;
· gli addetti alla manutenzione;
· gli istallatori;
· tutti coloro i quali lavorano ed operano in prossimità di fonti elettriche e/o impianti elettrici, anche nel momento in cui non intervengono direttamente su di essi.
La Norma n°46 del 5/03/1990 è la Legge che disciplina i rischi elettrici e in maniera più generale tutti i lavori elettrici, anche denominata “Norme per la sicurezza degli impianti”, che è stata successivamente integrata ed abrogata nel D.lgs 37 del 2008 “Conformità impianti e apparecchiature/impianti elettrici/messa a terra/verifiche periodiche".
Si possono trovare indicazioni su quelli che sono gli obblighi del Datore di Lavoro, sui requisiti di sicurezza e sulle sanzioni alle quali va incontro in materia ,anche all’interno del Testo Unico per la Sicurezza.
Cronologicamente parlando, l’ultima Normativa è la IV edizione della Norma CEI 11-27. Questa Norma va a regolare lo svolgimento dei lavori elettrici, introducendo:
· una definizione su quali sono i soggetti responsabili dei lavori elettrici;
· delle modifiche alle definizioni di lavoro elettrico e di cosa invece non è considerabile come tale;
· una specifica su quali istruzioni devono eseguire i lavoratori che non svolgono lavori non elettrici;
Cosa comporta il rischio elettrico
L’elettrocuzione e la folgorazione, sono tra le conseguenze che provoca nel corpo umano il passaggio di corrente. Si comprende che queste conseguenze sono molto dannose e rischiose e possono avvenire tramite:
· il contatto diretto, cioè quando il lavoratore si trova ad entrare in contatto con una parte attiva dell'impianto elettrico;
· il contatto indiretto, cioè quando il lavoratore entra in contatto con una parte dell'impianto che normalmente non è in tensione, ma ha allo stesso modo assunto una tensione elettrica che può avvenire ad esempio per un guasto o per un malfunzionamento;
· l’arco elettrico, quando il lavoratore entra in contatto con una scarica elettrica in aria che viene causata dalla differenza di potenziale tra due punti dell'impianto.
Per il corpo umano, entrare in contatto con una fonte elettrica, comporta degli effetti molto gravi, tra i quali:
· la Tetanizzazione. Questa consiste nell’irrigidimento dei muscoli e può comportare una paralisi temporanea, anche se reversibile, del soggetto;
· l’arresto della respirazione. In questo caso si hanno gli stessi effetti della tetanizzazione ma si aggiunge una scorretta espansione della cassa toracica che impedisce la respirazione;
· la fibrillazione ventricolare. Attraverso l'elettricità il funzionamento del cuore viene compromesso e non riesce quindi più a pompare il sangue ossigenato verso il cervello;
· le ustioni. L’elettricità che si sviluppa genera calore che, a sua volta, causa bruciature sulla pelle degli esseri umani, specialmente se si è in prossimità del contatto;
Questi effetti molto gravi dell’elettricità, non si riversano solo sul corpo umano, ma possono comportare anche un elevatissimo rischio di incendio, che può essere per esempio provocato da un malfunzionamento dell'impianto elettrico.
L’incendio causato dal malfunzionamento elettrico può essere portato da:
· un corto circuito;
· un sovraccarico;
· l’arco elettrico;
Quali sono gli obblighi del datore di lavoro nei confronti del rischio elettrico?
All’interno del Testo Unico per la Sicurezza, specificatamente l’art. 80, vengono specificati quelli che sono gli obblighi a cui deve rispondere il Datore di Lavoro.
Il Datore di Lavoro deve prima di tutto applicare l’insieme di tutte le misure che sono necessarie per far si che gli impianti, i materiali, le apparecchiature e i dispositivi abbiano i requisiti che permettono di proteggere il lavoratore:
· dai contatti elettrici diretti;
· dall’innesco e propagazione di incendi e di ustioni;
· da contatti elettrici indiretti;
· dall’innesco di esplosioni;
· da sovratensioni;
· dalla fulminazione diretta ed indiretta;
· e da tutti gli altri fattori che non possono essere ragionevolmente prevedibili;
Valutazione del Rischio Elettrico
Uno dei passi più importanti che il Datore di Lavoro deve compiere è elaborare una puntuale valutazione del rischio elettrico.
La Valutazione del Rischio Elettrico deve essere fatta tenendo in considerazione:
· le fonti di rischio primarie (come gli impianti e gli apparati);
· le condizioni specifiche e le caratteristiche del posto di lavoro;
· le caratteristiche dei processi lavorativi;
Il Testo Unico specifica anche che questa Valutazione deve essere svolta con periodicità e rivista tutte le volte che si fanno dei cambiamenti dei processi lavorativi o nell'organizzazione aziendale che alterino la valutazione precedente.
La Valutazione del Rischio Elettrico deve essere inoltre molto dettaglia rivista periodicamente sulla base delle variazioni subite dai processi lavorativi, per esempio quelli che portano ad aumenti di dispendi energetici e a possibili conseguenti sovraccarichi.
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